Pubblicato il: 26/07/2024

Al giorno d’oggi, raggiungere la pensione è percepito quasi come un obiettivo irrealizzabile dai lavoratori e dai giovani appena entrati nel mercato del lavoro.
Negli ultimi anni, infatti, l'età pensionabile è aumentata e molte persone incontrano notevoli difficoltà nell’ottenere un'occupazione stabile che consenta di accumulare i contributi necessari per usufruire delle diverse opzioni pensionistiche.
In alcuni casi invece, i requisiti non vengono affatto raggiunti, facendo quindi sorgere il dubbio circa l’effettiva possibilità di godere del trattamento previdenziale. Ne deriva che, per chi non ha mai lavorato e quindi non ha mai versato contributi, andare in pensione può sembrare un sogno impossibile.
Esistono però alcune alternative per ottenere una pensione senza contributi o comunque con il versamento di contributi minimi.
Preliminarmente, ricordiamo che in Italia l’età pensionabile è fissata a 67 anni. Al requisito anagrafico si aggiunge anche quello contributivo: sono richiesti 20 anni di contributi previdenziali.
L’età pensionabile viene fissata in base alle aspettative di vita della popolazione. Ciò comporta che il momento della pensione viene progressivamente spostato in avanti sulla base delle analisi ISTAT che definiscono la speranza di vita delle successive generazioni.
Tornando all’argomento dell’articolo, il nostro sistema previdenziale prevede due opzioni per accedere al trattamento previdenziale a favore di coloro che non hanno mai lavorato o hanno versato pochissimi contributi.
La prima opzione è la “pensione per casalinghe”, coperta dall'omonimo Fondo dell'Inps, mentre la seconda opzione conosciuta è l’assegno sociale.
Quanto alla “pensione per casalinghe”, si tratta di un contributo previdenziale destinato a soggetti che non hanno un lavoro, ma auspicano comunque di poter accedere ad un trattamento pensionistico.
L’accesso a tale pensione è subordinato all’iscrizione all’interno del “Fondo casalinghe”, il quale è destinato ai caregiver familiari (sia uomini che donne), alle casalinghe, nonché a chiunque si occupi della cura dei componenti del proprio nucleo familiare.
Possono iscriversi al “Fondo casalinghe” coloro che non percepiscono pensione o non svolgano forme di lavoro retribuito.
L’accesso è garantito anche a coloro che svolgono attività lavorativa part-time e non abbiano la possibilità di accumulare una pensione minima.
Quanto alle modalità di presentazione della domanda di iscrizione, la stessa può essere presentata telematicamente sul portale dell’Inps e viene accolta automaticamente.
Ovviamente, per poter usufruire del relativo trattamento previdenziale, i soggetti iscritti al Fondo sono tenuti ad effettuare dei versamenti. Trattasi comunque di versamenti volontari, con un limite minimo di 26 euro al mese, equivalente a circa 310 euro l'anno per ottenere un anno di contribuzione.
L'importo della pensione per le casalinghe dipende dall’entità dei versamenti effettuati: infatti, maggiori sono i versamenti, maggiore sarà anche l'importo erogato.
Ad esempio, con versamenti minimi (ovvero 26 euro al mese) per 35 anni, gli iscritti al fondo potranno beneficiare di una pensione di circa 1000 euro mensili.
Il calcolo dell’ammontare del trattamento pensionistico viene effettuato adoperando il metodo contributivo, dopodichè viene effettuata la rivalutazione secondo i dati ISTAT. La domanda per l’accesso alla “pensione casalinghe” deve essere presentata sul portale online dell’Inps. La richiesta può essere effettuata dai soli soggetti iscritti al fondo, purchè siano in possesso dei requisiti richiesti.
Un'altra opzione è l’assegno sociale. Caratteristica principale di tale trattamento previdenziale è che, a differenza di quanto previsto per la pensione per casalinghe, non è necessario il versamento di contributi. Si tratta di una prestazione economica, erogata a domanda, riconosciuta ai cittadini italiani in condizioni economiche disagiate e con redditi inferiori alle soglie previste annualmente dalla legge
Tuttavia, l’accesso alla pensione sociale è subordinato al possesso di alcuni requisiti, ovvero:
  • 67 anni di età;
  • cittadinanza italiana, o di un paese dell’UE, iscrizione all'anagrafe comunale, o essere cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo;
  • residenza stabile e continuativa in Italia per almeno 10 anni;
  • stato di bisogno economico, dimostrato da un reddito inferiore alla soglia annualmente determinata.
L’assegno sociale è concesso in assenza di contributi se il reddito è sotto una certa soglia. Viene erogato in misura piena con reddito personale pari a zero e ridotto se il reddito rientra entro certi limiti.
Esso in particolare spetta:
  • In misura piena senza reddito per i non coniugati;
  • Ridotto, con valore pari a 435 euro, per i coniugati con reddito fino a 13.894 euro;
  • Ridotta, con valore pari a 435 euro, per i non coniugati con reddito personale annuo fino a 6.947 euro.
Ancora, alcune opzioni sono previste anche a favore di coloro che abbiano versato pochi contributi.
Una delle possibilità del nostro sistema previdenziale è “l'opzione contributiva Dini”, la quale opera a favore di chi ha versato 15 anni di contributi, fino a un massimo di 18 anni e almeno un contributo pagato entro il 31 dicembre 1995 e 5 anni dopo il 1° gennaio 1996.

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